10 maggio 2010

sindacale/crisi e contrattazione…

In fabbrica, in queste ultime settimane di trattativa, abbiamo raggiunto un faticoso accordo (per ora solo un ipotesi da sottoporre al voto dei lavoratori), sull’utilizzo del contratto di solidarietà per i prossimi dodici mesi. Settimane, mesi, di serrata trattativa per poter utilizzare, attraverso il necessario accordo con l’azienda, un ammortizzatore sociale che la nostra normativa del lavoro già ci riconosce!  L’intesa è dignitosa, c’è uno scambio con una parziale, ma contrattata, maggiore flessibilità sull’utilizzo degli impianti, ma si tratta sempre di dover accettare di ricontrattare un istituto già disponibile (pagato dall’Inps).  Questo è il punto. La maggioranza delle aziende, a maggior ragione quelle facenti parte di multinazionali, nella ancora attuale situazione di grande crisi, pretendono e ottengono di scambiare garanzie e diritti esistenti con una temporanea, ma incerta, tenuta occupazionale. E tu, modesto operaio, sindacalista di fabbrica, funzionario territoriale, sei costretto, “per stare in campo”, a tenere il tavolo di trattativa, a farti carico della preoccupazione e della pressione degli operai, a rivedere le tue convinzioni, a contrattare l’accordo meno peggio. E a dirti contento che, visto i tempi che corrono, la crisi usata anche come ricatto occupazionale , le sciagurate normative che svuotano i diritti dei lavoratori e che danno sempre più strumenti e potere alle esigenze dell’impresa, alla ormai consueta assenza dei partiti e della politica nei luoghi del lavoro, poteva anche andare diversamente… 

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