29 maggio 2010

Stanche riflessioni e…

Sono settimane faticose queste. Il lavoro, le temperature estive, le vicende politiche e sociali, forse anche un pò gli anni che cominciano a farsi sentire nella quotidiana gestione familiare con la piccola Asia che ci sveglia di notte, i problemi adolescenziali di Lorenzo e le prime difficoltà anche per Enrico. Si prospetta un trasloco e quindi tante altre energie che spenderemo, io e Pamela, per organizzare il passaggio nella nuova casa. Le ferie per adesso sono lontane e le vacanze, in questo difficile anno 2010, un miraggio. In fabbrica, adesso,  sembra ci sia una imprevista e consistente ripresa di lavoro  e questo alimenta discussioni, aspettative e pure recriminazioni tra i miei compagni di lavoro. Si aspettano risposte chiare, certezze sul futuro. Le chiedono all’azienda e al sindacato. Insomma, una situazione un po’ gravosa che mi lascia poche energie disponibili per il blog. Il desiderio di commentare notizie che riesco malamente a leggere in Rete è sopraffatto dalla fatica serale, dalla necessità di riposare. Non riesco però a digerire senza un sussulto di indignazione le parole, le menzogne che vengono preparate a tavolino come nei peggiori spot pubblicitari, del nostro presidente del consiglio. Che vara una manovra finanziaria che peserà ancora una volta sulle spalle dei lavoratori e delle classi sociali medio basse, giustificandole, da inguaribile, vecchio e inaffidabile tele-venditore di padelle, come il necessario sacrificio, per chi ha vissuto “al di sopra delle proprie possibilità”, per risanare i conti pubblici del Paese e ridare slancio alla nostra economia. Per poi dire che non si “mettono le mani in tasca ai cittadini”, è tutta colpa della sinistra, bla, bla bla…Anche i termini, le frasi fatte, da titoli giornalistici, sono sempre quelli, riciclati, ripescati dalla peggior storia del nostro Paese, insensati e incoerenti. Balle, buttate in pasto a questo povero, ignorante, popolo bue che oramai si nutre di questa schifezza. Che sia questa situazione, questa degenerazione giornaliera, che mi stà esaurendo la spinta interiore a contestare e non arrendermi alla rassegnazione? Che mi inibisce a scrivere la mia rabbia, ad esprimere il mio pensiero? Non lo voglio credere e allora…a presto!

15 maggio 2010

Sacrifici in vista

tremonti-e-calderoli
Se non altro i leghisti hanno il pregio (in politica forse un difetto) di parlare  (e, spesso, straparlare) chiaramente. Ed ecco Calderoli che ci annuncia una manovra di tagli e sacrifici alla faccia della crisi superata e della bontà dei conti pubblici italiani. P.s.: il taglio degli stipendi di parlamentari e ministri oltre a puzzare del solito annuncio populista, non solo sarebbe doveroso ma doveva, in misura molto più consistente, essere già messo in atto da tanti mesi, quanto dura la crisi e i sacrifici che il resto dei cittadini italiani stanno già drammaticamente sostenendo. 

12 maggio 2010

Salari da fame e il solito Sacconi

sacconi
Ci mancavano anche quei comunisti dell’Ocse a far circolare dati “costruiti” sul salario degli italiani. Sembra, anzi è proprio questa, la sola risposta del nostro Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, all’ennesima notizia che riporta i salari italiani tra i più bassi in assoluto dei paesi ritenuti sviluppati. “"Sono dati - ha detto - molto opinabili. Non sono dati statistici, sono stati costruiti” e, visto il personaggio, non poteva non aggiungere la richiesta di “interventi utili a liberare il lavoro da una serie di fardelli che spesso disincentivano le imprese a cogliere le opportunità anche in termini di incremento dell'occupazione". Indecente!

10 maggio 2010

sindacale/…riunione sindacale

…per un sindacato come il nostro che si appresta ad una durissima prova di sopravvivenza politica contro le scelte dell’impresa, del Governo, di Cisl e Uil e financo della Cgil, un livello della discussione  certamente non all’altezza della situazione. Non mi sorprende. Il sindacato storico di Brescia come laboratorio politico, passando anche attraverso i consigli di fabbrica, non esiste più da diversi anni. E non è stato sostituito da niente altro. Una cosa, in particolare, mi ha impressionato dell’impostazione politica che si tende a trasmettere ai delegati di fabbrica: l’idea che siamo soli, accerchiati e isolati nelle nostre lotte di libertà, nella contrattazione, nella difesa dei diritti e del ruolo sindacale. I nostri avversari sono il Governo, Confindustria, Cisl e Uil, ma anche la Cgil, poi ci sono alcune Fiom territoriali anch’esse non in linea,  inoltre neppure a Brescia  và tutto bene e anche nella nostra zona ci sono esempi più o meno corretti….Ci si deve chiudere nel fortino, soli contro tutti, dentro e fuori dalla fabbrica. Dimenticando che la società civile, il grosso dei lavoratori, la forza collettiva e gli strumenti per vincere sono là fuori, da riconquistare.  Uno spirito corporativista e diffidente  spinto fino all’estremo. Una chiusura culturale e mentale, questa, che difficilmente ci potrà portare a costruire quelle condizioni, quei rapporti di forza, quei risultati  che condizionano fino a cambiare le scelte delle controparti.

sindacale/riflessioni

….in questi anni il livello politico, culturale e  la capacità di  rappresentare fedelmente i bisogni dei lavoratori, di coltivarne la loro fiducia, ha subito un deciso ridimensionamento. Nei gruppi dirigenti sindacali, a corto di idee, ideologicamente e culturalmente incapaci di rinnovarsi, politicamente e anagraficamente fermi agli anni settanta, ha prevalso una scelta di corporativismo. La psicosi dell’accerchiato ha prodotto solo sfiducia, diffidenza e quindi scelte ad personam dei quadri con l’unico criterio della fedeltà non solo alla linea ma soprattutto al capo. Non c’è vera fiducia e quindi neppure rispetto nei confronti del delegato, del funzionario e finanche di qualche segretario. E pertanto non c’è neppure una necessaria quanto sensata autonomia nello svolgimento della quotidiana pratica sindacale. Questa degenerazione  i lavoratori non la conoscono nei suoi aspetti più profondi, ma la sentono, la vivono sulla loro pelle. Il risultato è la diffidenza…

sindacale/crisi e contrattazione…

In fabbrica, in queste ultime settimane di trattativa, abbiamo raggiunto un faticoso accordo (per ora solo un ipotesi da sottoporre al voto dei lavoratori), sull’utilizzo del contratto di solidarietà per i prossimi dodici mesi. Settimane, mesi, di serrata trattativa per poter utilizzare, attraverso il necessario accordo con l’azienda, un ammortizzatore sociale che la nostra normativa del lavoro già ci riconosce!  L’intesa è dignitosa, c’è uno scambio con una parziale, ma contrattata, maggiore flessibilità sull’utilizzo degli impianti, ma si tratta sempre di dover accettare di ricontrattare un istituto già disponibile (pagato dall’Inps).  Questo è il punto. La maggioranza delle aziende, a maggior ragione quelle facenti parte di multinazionali, nella ancora attuale situazione di grande crisi, pretendono e ottengono di scambiare garanzie e diritti esistenti con una temporanea, ma incerta, tenuta occupazionale. E tu, modesto operaio, sindacalista di fabbrica, funzionario territoriale, sei costretto, “per stare in campo”, a tenere il tavolo di trattativa, a farti carico della preoccupazione e della pressione degli operai, a rivedere le tue convinzioni, a contrattare l’accordo meno peggio. E a dirti contento che, visto i tempi che corrono, la crisi usata anche come ricatto occupazionale , le sciagurate normative che svuotano i diritti dei lavoratori e che danno sempre più strumenti e potere alle esigenze dell’impresa, alla ormai consueta assenza dei partiti e della politica nei luoghi del lavoro, poteva anche andare diversamente… 

4 maggio 2010

Il senatore e la memoria

ciarrapico-piccola


Giuseppe Ciarrapico, noto imprenditore e editore, più volte nel corso degli anni condannato e arrestato, per diversi reati, dalla bancarotta fraudolenta al finanziamento illecito ai partiti e financo per il mancato rispetto delle tutele dei minoro sul lavoro, da sempre simpatizzante e sostenitore finanziario fascista, amico di Andreotti ma anche di Almirante, come editore fervente revisionista storico, già indagato dal 2005 per truffa ai danni dello Stato su presunti finanziamenti illeciti, comportamento fraudolento mai venuto meno fino alla sua, scandalosa, candidatura nel Pdl, fortemente voluta da Berlusconi, ad aprile del 2008, e la successiva elezione a senatore della Repubblica (!). Il senatore oggi dichiara: «Un avviso di garanzia non invecchia mai e può far sempre comodo se si tratta di un senatore del Popolo della libertà». Una vittima, oggi, Ciarrapico. Certificata dalla sua appartenenza al Popolo delle Libertà. Forse, però, un pochino di memoria in più anche da parte della politica e dei cittadini italiani….

3 maggio 2010

Ultras e politica

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Sono sconcertato nel leggere le dure reazioni di numerosi esponenti politici italiani in proposito alla partita di calcio Lazio-Inter. Partita, sembra di capire, anomala, al limite della lealtà sportiva.  In particolare ha destato scalpore il comportamento del pubblico di casa, laziale, che ha tifato apertamente contro la sua squadra. La mia sorpresa è nel dover constatare che questi illustri politici-tifosi sembrano sinceramente sdegnati dal comportamento antisportivo di giocatori, dirigenti e pubblico (ovviamente, solo oggi e naturalmente solo quelli della squadra avversa). Viene gridato all’immoralità e alla mancanza di valori! Ma questi signori quale visione e quali priorità hanno della società che li circonda? E questo loro agitarsi in una logica da ultras non somiglia molto alle stesse scomposte reazioni delle tifoserie ogni domenica dentro e fuori dallo stadio? E soprattutto questa pratica degli schieramenti nemici, ultras dell’una e dall’altra parte, non ricorda molto lo stesso indecente clima politico che tanti di questi signori ogni giorno alimentano e si affannano a rendere incandescente?

La coerenza del Pdl

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…“le 'correntì o 'componentì negano la natura stessa del Popolo della Liberta ponendosi in contraddizione con il suo programma stipulato con gli elettori e con chi è stato dagli stessi elettori designato a realizzarlo attraverso il governo della Repubblica”. Si concludeva così il documento finale della ormai nota e burrascosa direzione nazionale del Pdl, approvato quasi all’unanimità, tranne ovviamente i pochi finiani ancora rimasti, dalla truppa berlusconiana. Le correnti all’interno di un partito definite addirittura “metastasi” dal leader massimo. Ma la coerenza politica del Cavaliere segue pari pari il suo sentimento nei confronti della Legge: uguale per tutti, ma più uguale per lui! E così spunta nel Pdl l’ennesima (se ne contano già una dozzina, alla faccia della metastasi) corrente, quella di La Russa. Ovviamente amica, più precisamente alle dipendenze del leader. E chiaramente vista di buon occhio dallo stesso….

2 maggio 2010

Grecia e Italia, similitudini preoccupanti

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La disastrosa crisi economica della Grecia e il piano per risanare il Paese, “più tasse e meno salario”, mi ricorda molto le  scelte, molto simili, fatte anche in Italia negli ultimi vent’anni. Per entrare in Europa, per riformare un Paese corrotto, per rilanciare l’economia, la competitività e la produttività, l’efficenza della pubblica amministrazione e dell’intero sistema italiano, la ricetta che si è usata e che ancora oggi viene periodicamente invocata (vedi capitolo lavoro e previdenza) è sempre stata  quella: tagliare i costi del lavoro, dello stato sociale, ridurre diritti e garanzie,  imporre le cosidette regole del mercato, allargare i consumi e quindi diffondere il debito.  Precarizzando i rapporti e la vita delle persone dentro la  società. E la situazione dello Stato italiano non mi pare molto più avanzata e tranquillizzante rispetto a quella ereditata solo qualche mese fà da Papandreu… E’ la classica, antipopolare, politica liberista (...................)