26 aprile 2010

Ultime da un Italia senza memoria

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Le notizie di questi  giorni la dicono lunga sulla deriva culturale che ha investito il nostro Paese negli ultimi vent’anni.

Ieri 25 aprile, ricorrenza della Liberazione, ricordo di una guerra civile che ha coinvolto e costretto ad una tragica scelta il popolo italiano, distinguendo tra chi ha combattuto, sofferto fino a perdere la vita per la liberazione del proprio Paese e chi invece ha accettato, collaborato, si è schierato dalla parte del nemico e alimentato la prepotenza dell’usurpatore. Giornata fatta anche per richiamare tutti quei valori civili e sociali che sono stati alla base della nascita della nostra Repubblica. Ebbene in Italia sono gli eredi dei fascisti, dei collaboratori, degli sconfitti, a salire sul palco e rivendicare il valore del 25 aprile! Fascisti, piduisti, mai pentiti della loro storia ma sempre pronti a rivedere, riscrivere, imporre agli italiani una diversa lettura dei fatti storici che li svergognano (...............)


Il Primo Maggio, la festa del lavoro che richiama l’articolo 1 della nostra Costituzione, “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, non è solo festa di paese, giornata di riposo e di cazzeggio. E’ anch’essa storia del nostro Paese, dei nostri valori, della nostra democrazia. E, invece, il dibattito che scaturisce da noi, in un quadro politico che ha scelto da tempo di ridimensionare il diritto al lavoro, modificare la stessa Costituzione, precarizzare il lavoro e la vita stessa delle persone,  si riduce a mantenere aperti i centri commerciali e i negozi (per ora) anche nella stessa giornata del 1°maggio.  

A Palermo, l’albero di Falcone, simbolo della lotta alla mafia, dell’impegno civile che, anche a costo della loro stessa vita, grandi uomini hanno regalato al loro paese e a noi tutti, viene derubato, svuotato della sua testimonianza, sotto gli occhi di tutti. 

Infine, a proposito di democrazia “partecipata”, della situazione politica in Italia, non sò se la notizia sorprendente possa essere la reazione, un minimo di sussulto di dignità, peraltro obbligato visto il voto alle regionali, da parte di Fini che alza la testa davanti al padrone, o invece la reazione del maggior partito di opposizione. Il Pd, che seppur si proponga come alternativa alla attuale maggioranza, di fronte ad un ipotetico scenario di crisi di governo e ritorno al voto, si mostra, nuovamente, assolutamente, nel panico! Bersani che chiede aiuto a Napolitano per impedire che i cittadini tornino a pronunciarsi con il voto…. 


Siamo in Italia!       

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