6 febbraio 2010

I soliti bresciani visti dalla solita politica

ligasacchi3 Le vicende politiche e sociali territoriali, il lavoro e il fisco, la crisi e l’occupazione, l’immigrazione e l’integrazione, la giustizia, la scuola e la formazione, il nucleare e l’ambiente...Non sono temi sul territorio bresciano che caratterizzano la campagna elettorale del politico moderno, illuminato. Si preferisce la tradizione, la caccia. Si preferisce.........................

la solita propaganda per attirarsi la simpatia ed il consenso di una parte della popolazione bresciana, sempre più minoritaria, culturalmente arretrata e spesso apolitica. I cacciatori. Da quaranta anni. Funziona, purtroppo. Preciso che non ho nessuna precostituita ostilità nei confronti dei cacciatori e la caccia, se non un giudizio fortemente critico per la palese violazione delle regole con cui spesso si contraddistinguono. In ambito legislativo (direttiva europea sempre disattesa) e sul territorio, nell’esercizio venatorio. Invece, come cittadino e come bresciano, considero un offesa all’intelligenza degli elettori bresciani, nella attuale e critica situazione sociale ed economica, cercare facili e vuoti consensi su temi certamente marginali, come la possibilità di sparare alla peppola o di utilizzare lo zimbello. Offende  l’intelligenza e la dignità di quella moltitudine di cittadini, anche cacciatori, che vivono sempre più una pesante condizione di disagio e difficoltà, e che, certamente,non trovano nessun riscontro e tantomeno  risposte  nella più banale e populista campagna elettorale pro-caccia.       

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