7 ottobre 2009

Grazie Consulta, possiamo ancora sognare

In questi giorni ho ripreso il lavoro, in fabbrica, e sono state giornate intense. Mi sono sorpreso però, nonostante tutto, a sognare ad occhi aperti.

Ho sognato un Paese in cui aveva finalmente fine, dopo vent’anni, l’incubo del potere economico, politico, culturale e mediatico in mano agli uomini grigi. Loschi personaggi prestati alla politica che hanno consumato la vitalità, le speranze, la gioia di vivere di un popolo di eterni bambini.
Si percepiva per le strade, nelle case, nei luoghi del lavoro, un aria nuova, salutare ed elettrizzante. Si aveva la sensazione di un cammino civile che riprendeva, una voglia di pace sociale, di rispetto per l’ambiente, per la salute. Si riparlava di solidarietà, di stato sociale, di un tetto per tutti. Più tempo alla vita ed alla possibilità di assaporarla per intero....
Il Re oramai era nudo (immagine orripilante), totalmente ed irrimediabilmente in preda al suo personale psico-dramma ed incapace di intendere (come sempre) e di volere (novità). Il suo ciclo finito. Però aveva fatto la storia, la sua.

D’incanto gli arrivisti, i leccapiedi di professione (o come si facevano chiamare i portavoce), disposti a tutto per entrare nelle stanze del Re e rimanerci (compresa la camera da letto) si dissolvevano. Come il fumo dei loro velenosi sigari. L’ossigeno di una rinata democrazia finalmente li spegneva dal video.



Il Paese incantato, culturalmente precipitato in fondo ad un burrone, come dopo una lunga e snervante guerra, lentamente riapriva gli occhi, si rialzava, ricominciava a camminare, a sognare, a cercare di vivere un mondo migliore…

Grazie Consulta. Una decisione quella dei giudici della Corte Costituzionale che ci permette di continuare a sognare.

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