6 dicembre 2012

Ilva, il dramma e la beffa


Sono rimasto molto toccato, in queste ultime settimane, dalle notizie che giungevano da Taranto. 
La vicenda Ilva è la metafora della grave involuzione che il mondo del lavoro operaio ha subito dagli anni ottanta in poi.
Una classe operaia, i lavoratori della Ilva di Taranto, che portano i segni di un ambiente di lavoro e di vita che, negli anni, hanno prodotto rassegnazione, umiliazione, disperazione.  E l'intera popolazione di Taranto, negli anni, non ha potuto sottrarsi ad un destino fatto di disgrazie, di malattie, di un insicuro futuro per i propri figli legato ad un Mostro, lo stabilimento, che i propri figli se li mangia  come fossero le tonnellate di acciaio fuso che ogni giorno lo alimentano.
Totale disperazione e di conseguenza, oggi, la rabbia e la reazione.

E al gravissimo problema occupazionale e sociale si è andata ad  aggiungere anche la mano della natura che, forse anche un pò vendicativa dopo decenni di ferite subite, porta altri drammi, altre tragedie sottoforma di perdite umane, feriti e  danneggiamenti.

Credo che non ci siano sufficienti parole che possano aiutare tutte quelle persone, quei lavoratori. E' necessaria, invece, una vera solidarietà che giunga, almeno, dal mondo del lavoro, dalle fabbriche, anche sottoforma di gesti concreti. 

Purtroppo l'impressione che ho avuto è quella di un imbarazzante silenzio del sindacato, del mondo del lavoro più in generale. Si aspetta il governo, si cerca di far conciliare scelte politiche non troppo trasparenti e neppure corrette con una immediata risposta che si deve far arrivare alla popolazione di Taranto. E poi..si guarda ancora da un'altra parte! Incombe la crisi, il contratto nazionale, la Fiat. La politica da ingraziarsi. E ancora una volta Taranto, i suoi cittadini e lavoratori, rischiano di essere lasciati soli. Soli con Il Mostro. 
   
A Brescia, in Valcamonica, dove non ci facciamo mai mancare niente, nonostante i tre stabilimenti Riva presenti sul territorio hanno, nel loro 'piccolo', una storia di infortuni, morti sul lavoro, condizioni disagiate e diritti negati, al top della nostra provincia, assistiamo inorriditi al cattivo gusto di altri  imprenditori che addirittura, negli stessi tragici giorni, arrivano a premiare questo genere di imprenditori .
  

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