23 ottobre 2012

Le donne e la crisi

"Sono solo un pò deluso. 
In una fabbrica, con qualche difficoltà, la cassa integrazione, e tante preoccupazioni, la risposta dei miei compagni di lavoro ai soprusi dell'azienda si è fatta sentire....
C'è una diffusa consapevolezza che c'è, ci deve essere, un limite a tutto. 
Si possono subire, sopportare, contratti non applicati, normative interpretate a piacere, velate minacce e ricatti di vario tipo.....
Ma quando viene meno il rispetto delle persone e delle loro vite si riesce a dire ancora un basta! 
E credo che tra quelli che dovrebbero sentire maggiormente il bisogno di far sentire la propria voce, in mezzo a quella di tutti i compagni di lavoro, ci siano le persone più deboli e quindi più martellate nello squilibrato rapporto personale con l'azienda. Sono quelli che stanno peggio e pagano il prezzo più alto. Tra questi, come sempre, le donne. 
Ecco la mia delusione.
Le donne sono tra le poche persone che mi hanno deluso...(con poche eccezioni).
Si parla di orario di lavoro, di tempo da dedicare alla propria vita, alla propria famiglia. La mia formazione mentale, la mia esperienza di vita, mi spinge a considerare le donne come le più sensibili, le più interessate e intransigenti sul tema. E le più battagliere!
Non è così nella fabbrica dove lavoro...
Non solo tante di loro non hanno ritenuto di sostenere una doverosa protesta ma sono anche quelle persone con cui fatico di più a trasmettere la mia, la nostra, indignata rivendicazione. E questo credo sia un brutto segnale, dovuto anche alla crisi, alle preoccupazioni che la crisi porta con sè. Guardare al particolare, al proprio piccolo e rassicurante orticello e non rendersi conto che in gioco c'è qualcosa di più grosso. O forse si tratta solo di cercare poco convincenti giustificazioni per nascondere la scelta, a prescindere, di non disturbare troppo il manovratore. E quindi aver già messo in conto ed accettato passivamente la sconfitta. Significherebbe aver ceduto, insieme a diversi altri diritti, anche la propria dignità. E questo, in particolare dalle donne, non riesco proprio ad accettarlo. Aspetto con ansia di vedere smentiti questi miei, penosi, pensieri."

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