30 aprile 2011

Grazie..compagni!

Sì lo sò, per alcuni dei (tanti) miei compagni di lavoro che hanno voluto, in questi giorni, dimostrarmi fiducia e solidarietà, la definizione “compagni” li può imbarazzare un poco.

Però io continuo a credere che alcune parole portano con sè un significato, una storia, dei valori di fondo che vanno ben aldilà delle ragioni di coloro che di volta in volta se ne appropriano per dei fini “particolari” o per marcare dei recinti.

Compagni! Per me significa non solo collega, alleato, collaboratore…porta con sè anche valori come l’ amicizia, la condivisione, il rispetto. Significa ripercorrere una storia politica e sindacale del nostro Paese, delle nostre fabbriche, del nostro vissuto, fatta di sacrifici, di conflitti, di feroci discussioni e anche irrimediabili divisioni. Ma sempre nel massimo rispetto delle persone, dei compagni di lavoro, delle elementari

regole della democrazia e della convivenza.

Purtroppo oggi, anche in fabbrica, troppe persone si riempiono la bocca di parole pesanti, come compagni, come democrazia, come diritti ma non ne conoscono il reale e profondo significato. Non le possono ”praticare”: nel loro bagaglio culturale sono parole vuote come tante altre.  Servono a vestire  un anima vuota, un appartenenza tanto sbandierata quanto contraffatta, ipocrita. E’ l’arroganza, la prepotenza, la dabbenaggine, il vero elemento che contraddistingue la loro storia. Per loro non c’è bisogno di discutere, convincere, appassionare le persone. Non fà parte del loro mondo la democrazia praticata. Si usa, invece, un metodo antico quanto nefasto. Il metodo mafioso, la cricca che impone le sue scelte, che controlla la fabbrica, il bossarello da onorare, il clientelismo dei poveracci, l’omertà sopra tutto… 

Allora anche la sola scelta di  esprimere il proprio pensiero senza dover abbassare la testa o distogliere lo sguardo o assecondare le verità degli altri, diventa un grande gesto. Un gesto rivoluzionario. Un gesto che alcuni cattivi maestri dovrebbero imparare a riconoscere. Per poi vergognarsi.

E allora..grazie compagni.

4 commenti:

Aries 51 ha detto...

Qui le parole non servono.
Vorrei abbracciarti, lo faccio idealmente.
Grazie a Te, compagno.

Anonimo ha detto...

...concordo su tutto quello che hai scritto,l'importante è sapere che "non tutti" quelli che non ti hanno mostrato "fiducia" nel sostenerti la pensano come quelle persone che credono di predicare la democrazia,la decisione "giusta sempre",avendo un metodo mafioso che "vorrebbe" controllare la fabbrica come precisavi tu qui soppra,aggiungo io anti democratico,senza ascoltare la voce del sindacato,cioè quella di tutti noi operai.
La maleducazione e la sottomissione è l'arma inefficace(per me)degli ignoranti.
L'invidia e la rabbia li autoeliminerà...
Dario

severus ha detto...

caro aries51, spesso mi sorprendo a desiderare ancora che intorno a me, in particolare in fabbrica, ma anche nella vita, ci fossero tante persone a cui appartengono valori veri come la solidarietà, la dignità,il rispetto...persone come Te. Grazie a te, Compagno! ricambio un abbraccio fraterno

severus ha detto...

caro dario, lo sò non tutti la pensano così...ed io non mi permetterei mai di criticare qualcuno solo perchè non mi ha manifestato fiducia. Però l'importanza del gesto che richiamavo nel post non stà nel sostenere me, ma invece, nel rivendicare il diritto di essere parte del sindacato, di far sentire la propria voce anche se può disturbare il bossarello di turno e la sua patetica corte. La voce del sindacato, come dici tu, e l'interesse dei lavoratori, deve prevalere sui meschini e controproducenti personalismi. Io spero (è necessario) che questa voce la si faccia sentire più spesso e sempre più forte perchè alcuni arroganti personaggi non hanno, e non avranno mai, l'intelligenza e l'onestà di ascoltare e rispettare la maggioranza, gli altri operai, e tantomeno decidere di farsi da parte..

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